Gabriele Poli

Critica. Figure della materia

di Franco Migliaccio

Vi sono degli artisti di cui si può scrivere una sola volta, altri invece su cui non si può fare a meno di ritornare per fare, o rifare, il punto della situazione.
Alla prima categoria appartengono quegli artisti arroccati su precise istanze espressive, inamovibili e spesso inclini ad una ossessiva reiterazione di tutti quegli elementi che concorrono alla cristallizzazione di un proprio modo e all'affermarsi di una propria accademia: che è quanto dire mortificare se stessi e sbandierare come elemento positivo l'interruzione di una propria linea di ricerca (ciò viene sovente contrabbandato come coerenza personale e omogeneità stilistica). Nella stragrande maggioranza dei casi siamo in presenza di artisti morti a loro stessa insaputa, di artisti peccaminosamente immobili in un contesto storico che è invece agitato e in continuo, frenetico divenire. Alla seconda categoria appartengono invece quegli artisti che amano guardarsi intorno, rapportarsi in modo continuo con la realtà, mettere in discussione se stessi e le proprie idee; non per contraddirle ma, semmai, per rafforzarle attraverso il libero esercizio del dubbio e di un dialettico confronto. Sono artisti, questi, che sanno "crescere", che evolvono intellettualmente perchè aperti e ostili al dogma e ad ogni atteggiamento settario; uomini, insomma, alle prese con problemi epocali,con sovvertimenti che hanno infranto ciò che appariva granitico e che sembrano render forte e resistente tutto ciò che una volta poteva mostrarsi tenero più del burro.
A questa seconda tipologia appartiene Gabriele Poli, un artista di cui apprezziamo le tensioni interiori, le sue istanze morali ma, soprattutto, questo suo volgersi attorno, questa sua inclinazione al movimento per mettersi in sintonia con un mondo che cambia rapidamente facendoci rischiare di non afferrarne il senso.
Poli è un pittore dalla tecnica salda e dal linguaggio più che convincente, anche quando è costretto ad aprirsi a nuovi stimoli e a nuove acquisizioni verso le quali mantiene sempre in verità un atteggiamento prudente; il che significa che l'artista non fonda la sua ricerca sugli umori del momento ma che vuole evolvere senza spezzare il filo della continuità con ciò che ha precedentemente fatto. Oggi ci troviamo in una nuova fase di questa sua puntigliosa linea di ricerca; ove si affacciano nuove tensioni, più meditati interessi,e risoluzioni, risive e creative che aprono interessanti vie di sviluppo ai suoi orizzonti espressivi.

Franco Migliaccio, 1998